La mia parte intollerante
Sabato scorso, il 4 aprile, al Palaflorio di Bari ha avuto luogo un applaudito concerto di Caparezza.
Faccio appello a chiunque abbia ripreso in video o in audio quello che ora vi riferisco di condividere con me il reperto.
Mi raccontano che l'artista, tra un brano e l'altro, chiaccherava, come è uso fare, con il pubblico. Prendendo spunto dal titolo del suo ultimo album Museica, pare abbia affermato di essere stato sempre affascinato dai musei e di aver provato fin da ragazzo piacere nel visitarli. Scatta quindi la domanda retorica al pubblico: "Voi invece vi siete sempre annoiati al museo?". Interpretando il brusio dei numerosi presenti come un corale: "Che barba i musei!", Michele Salvemini in arte Caparezza ha esclamato: "Ah, capisco, ma allora non mi dite che andavate tutti al Panetti!?!".
Gli stereotipi sono, per dirla come la direbbe proprio Caparezza, delle "verità supposte". E dalli e ridalli scatenano "la mia parte intollerante", che peraltro è canzone che parla di bullismo e omofobia in un istituto tecnico, questa volta commerciale.
Non se ne può più, noi che abbiamo vissuto l'istituto tecnico, noi che andavamo al Panetti, per intenderci, di sopportare lo stanco ripetersi di luoghi comuni, secondo i quali si ritiene che non parliamo italiano corretto, non abbiamo sensibilità artistica e musicale, siamo abituati a stare fra maschi e maschi dandoci le calate, però siamo bravissimi ad aggiustare le lavatrici consigliando alla signora di usare Calgon.
Michele dirà che era ironico e che non è il caso di prendersela troppo per una battuta, ma comunque venisse a trovarci. Capirebbe che in ognuno dei ragazzi del Panetti c'è arte, musica, letteratura e sensibilità a vagonate e che il mondo è più complesso di come a volte anche i più anticonformisti tendono a semplificarlo.
Faccio appello a chiunque abbia ripreso in video o in audio quello che ora vi riferisco di condividere con me il reperto.
Mi raccontano che l'artista, tra un brano e l'altro, chiaccherava, come è uso fare, con il pubblico. Prendendo spunto dal titolo del suo ultimo album Museica, pare abbia affermato di essere stato sempre affascinato dai musei e di aver provato fin da ragazzo piacere nel visitarli. Scatta quindi la domanda retorica al pubblico: "Voi invece vi siete sempre annoiati al museo?". Interpretando il brusio dei numerosi presenti come un corale: "Che barba i musei!", Michele Salvemini in arte Caparezza ha esclamato: "Ah, capisco, ma allora non mi dite che andavate tutti al Panetti!?!".
Gli stereotipi sono, per dirla come la direbbe proprio Caparezza, delle "verità supposte". E dalli e ridalli scatenano "la mia parte intollerante", che peraltro è canzone che parla di bullismo e omofobia in un istituto tecnico, questa volta commerciale.
Non se ne può più, noi che abbiamo vissuto l'istituto tecnico, noi che andavamo al Panetti, per intenderci, di sopportare lo stanco ripetersi di luoghi comuni, secondo i quali si ritiene che non parliamo italiano corretto, non abbiamo sensibilità artistica e musicale, siamo abituati a stare fra maschi e maschi dandoci le calate, però siamo bravissimi ad aggiustare le lavatrici consigliando alla signora di usare Calgon.
Michele dirà che era ironico e che non è il caso di prendersela troppo per una battuta, ma comunque venisse a trovarci. Capirebbe che in ognuno dei ragazzi del Panetti c'è arte, musica, letteratura e sensibilità a vagonate e che il mondo è più complesso di come a volte anche i più anticonformisti tendono a semplificarlo.
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