Tu sei mio fratello e io ti amo. Ti amo quando partecipi ai riti nella tua chiesa, quando ti inginocchi nel tuo tempio, quando preghi nella tua moschea. Tu e io e tutti siamo figli di un'unica religione, poiché i sentieri religiosi altro non sono che le dita della mano amorevole dell'Essere Supremo, offerta a tutti, capace di donare a tutti la pienezza dello spirio, desiderosa di accogliere tutto. Ti amo per la tua Verità che deriva dalla tua conoscenza, benché io non possa vederla a causa della mia ignoranza. La rispetto però come cosa divina, poiché essa è il prodotto dello spirito. Nel mondo che verrà la mia e la tua Verità si incontreranno, mescolandosi come il profumo dei fiori, e diverranno un'unica ed eterna Verità che vivrà perennemente nell'Amore e nella Bellezza imperituri. | I love you when you bow in your mosque, kneel in your temple, pray in your church. For you and I are sons of one religion, and it is the spirit.
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Commenti
Mi permetto di aggiungere visto che le diffficoltà sorgono dalla convivenza, tante volte è difficile, arriverei a dire impossibile, amare il fratello se non si è disposti a perdere del nostro a vantaggio del fratello. Il fratello non sempre è carino e gentile, può essere avido, egoista, profittatore e per amarlo ci vuole proprio la mano di Dio.
Sai ho scritto questo perchè è il cruccio della mia quotidianità, ti saluto con affetto A
Sai sino a pochi anni fà, pensavo che tutti gli uomini nascessero buoni, che l'essere è alla base buono e generoso, ma che poi a volte si modifica per conseguenze di vita. Ora sono quasi totalmente rassegnata alla crudelta', all'egoismo, alla cattiveria insita nell'individuo. Lotterò sempre contro questo stato di cose, è inevitabile per me, ma ora so che il fine dell'uomo è prevalere su un altro fratello , su un animale, sulla natura..........per trovare se stesso.
Gesù si identifica nel volto bisognoso del prossimo: «Chi accoglie uno di questi piccoli nel mio nome, accoglie me» (Mt 18,5) e «ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40.45). Poi si precisa nei dettagli: «Poiché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35)
«quello che avete fatto per uno di questi ultimi, lo avete fatto per me..»
tra fratelli fratelli è più difficile che tra estranei. Forse è l'imbarazzante somiglianza che ce li fa prendere sul naso.
@Sa:
Se fossimo razionali scopriremmo che ci conviene cooperare
@cheyenne:
e pensare che ci sono ancora quelli che si sentono chissacchì perché a lor detta credono, come se il cristianesimo fosse un fatto di testa e non di cuore. E anche quelli che si sentono ancor di più perché non credono.
Come dice Gaber qui: "Eh no. Voi siete brutti, stupidi, ideologici, mentali. Voi, anche quando parlate di corpo, siete testacchioni, distaccati. Andate sempre di testa. Andate di corpo!".
Pur amando molto Gaber, non conoscevo quel monologo, è fantastico!
Complimenti ed ancora complimenti per i contenuti del blog.
ciao