La baby prof
Ha fatto scalpore la notizia di Gaia Triscornia che, a 21 anni, superato un pubblico concorso, è stata assunta come docente a tempo indeterminato. In tempi di crisi economica e disoccupazione giovanile, i commenti, piuttosto che felicitarsi con lei, sono stati per lo più improntati all'invidia e al rosicamento.
Si dimentica che in Italia gli istituti tecnici tendono a consegnare ai propri studenti un diploma finito, che dovrebbe loro consentire di accedere al mondo del lavoro, alla libera professione di geometra, ragioniere, perito industriale, perito agrario, ed anche (e stava scritto negli opuscoli di orientamento alla scelta della scuola superiore che ricevevamo in terza media) all'impiego nella pubblica amministrazione previo superamento di concorso e all'insegnamento in qualità di insegnante tecnico pratico nelle stesse scuole superiori che ti hanno fatto diplomare.
Io a 21 anni avevo già un anno di anzianità in Olivetti a scrivere sistemi operativi in assembler. Vorrà dire che, almeno per i più studiosi, le competenze in uscita dei nostri istituti tecnici non fanno poi così tanto schifo. E questo era il motivo per cui, ai tempi della Moratti che voleva licealizzare tutto, ci mettemmo di traverso.
Il modello educativo per cui tali competenze vanno tramandate anche con l'apporto di ex studenti della stessa tipologia di scuola ora diventati prof è stato finora vincente, anche per creare quel senso di appartenenza e di orgoglio, che vedrete trasparire da ogni diplomato degli istituti tecnici se appena gli domandate con quale affetto ripensano alla propria scuola e quanto le cose che ebbero modo di imparare lì dentro siano state loro utili nel lavoro e nella professione.
L'opportunità che ha avuto questa ventunenne è stata anche favorita da un colpo di fortuna, causato dal fatto che il riordino epocale degli istituti tecnici voluto dalla Gelmini ha tagliato ore ed ore di insegnamenti laboratoriali, ma ha istituito il laboratorio, che prima non c'era, negli istituti per geometri. Nella classe di concorso "Laboratorio tecnologico per l'edilizia ed esercitazioni di topografia" mancavano 450 insegnanti in tutta Italia, fenomeno singolare ed irripetibile.
Gaia, anche un po' frastornata dall'attenzione morbosa dei media, ha rilasciato un'intervista televisiva in cui ha affermato qualcosa di inesatto.
Infatti pensa di non essere una docente "a 360 gradi", ma soltanto una "assistente".
Sicuramente durante il corso di formazione dei neoassunti e/o con l'aiuto di qualche collega più anziano le sarà spiegato che l'art. 5 della Legge 3 maggio 1999 n.124 sancisce definitivamente e senza ombra di dubbio la pari dignità degli insegnanti tecnico pratici e che la Circolare Ministeriale n. 28/2000 esplicita in termini pratici le modalità di collaborazione tra insegnanti ed esclude qualsiasi forma di subordinazione.
Baby quindi non tanto per l'età, ma per l'inesperienza in normative scolastiche, che però avrà modo di approfondire.
Buon lavoro a Gaia! Presto diventerai quello che già sei.
Si dimentica che in Italia gli istituti tecnici tendono a consegnare ai propri studenti un diploma finito, che dovrebbe loro consentire di accedere al mondo del lavoro, alla libera professione di geometra, ragioniere, perito industriale, perito agrario, ed anche (e stava scritto negli opuscoli di orientamento alla scelta della scuola superiore che ricevevamo in terza media) all'impiego nella pubblica amministrazione previo superamento di concorso e all'insegnamento in qualità di insegnante tecnico pratico nelle stesse scuole superiori che ti hanno fatto diplomare.
Io a 21 anni avevo già un anno di anzianità in Olivetti a scrivere sistemi operativi in assembler. Vorrà dire che, almeno per i più studiosi, le competenze in uscita dei nostri istituti tecnici non fanno poi così tanto schifo. E questo era il motivo per cui, ai tempi della Moratti che voleva licealizzare tutto, ci mettemmo di traverso.
Il modello educativo per cui tali competenze vanno tramandate anche con l'apporto di ex studenti della stessa tipologia di scuola ora diventati prof è stato finora vincente, anche per creare quel senso di appartenenza e di orgoglio, che vedrete trasparire da ogni diplomato degli istituti tecnici se appena gli domandate con quale affetto ripensano alla propria scuola e quanto le cose che ebbero modo di imparare lì dentro siano state loro utili nel lavoro e nella professione.
L'opportunità che ha avuto questa ventunenne è stata anche favorita da un colpo di fortuna, causato dal fatto che il riordino epocale degli istituti tecnici voluto dalla Gelmini ha tagliato ore ed ore di insegnamenti laboratoriali, ma ha istituito il laboratorio, che prima non c'era, negli istituti per geometri. Nella classe di concorso "Laboratorio tecnologico per l'edilizia ed esercitazioni di topografia" mancavano 450 insegnanti in tutta Italia, fenomeno singolare ed irripetibile.
Gaia, anche un po' frastornata dall'attenzione morbosa dei media, ha rilasciato un'intervista televisiva in cui ha affermato qualcosa di inesatto.
Infatti pensa di non essere una docente "a 360 gradi", ma soltanto una "assistente".
Sicuramente durante il corso di formazione dei neoassunti e/o con l'aiuto di qualche collega più anziano le sarà spiegato che l'art. 5 della Legge 3 maggio 1999 n.124 sancisce definitivamente e senza ombra di dubbio la pari dignità degli insegnanti tecnico pratici e che la Circolare Ministeriale n. 28/2000 esplicita in termini pratici le modalità di collaborazione tra insegnanti ed esclude qualsiasi forma di subordinazione.
Baby quindi non tanto per l'età, ma per l'inesperienza in normative scolastiche, che però avrà modo di approfondire.
Buon lavoro a Gaia! Presto diventerai quello che già sei.
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