Infiniti treni
Emigrare è una scelta sofferta!
Quando decidi di “abbandonare” la tua casa, i tuoi luoghi, le facce amiche, i tuoi odori e sapori lo fai solo perché in quel momento, quel dannato momento che dura ormai da troppo tempo, la tua Terra non ti offre molto… ed allora respiri profondamente e sali su quel treno.
Mille km ed una valigia carica non di vestiti ma di sogni, speranze, aspettative, desideri e quel pezzo di pane ancora caldo, preso dal fornaio che per vent'anni te lo ha dato tutte le mattine, perché già sai che dove andrai non potrai di certo trovare quel pane lì con tutto il suo sapore.
Ed inizia la battaglia, una battaglia che ogni giorno ti fa sentire viva ed orgogliosa della scelta che hai fatto ma è una battaglia che non finisce mai… le illusioni vengono presto disilluse ed i sogni pian piano conservati in ordine in un cassetto che ogni tanto torni ad aprire e scopri che sono ancora lì ma al contrario.
La vita di un emigrante, per la maggior parte dei casi, è una vita semplice, normale, piena di sacrifici ma anche allegra, speranzosa, aperta a nuove esperienze perché niente davvero ti lega al posto che hai scelto e sai che in qualsiasi momento potresti decidere di andar via, anche se cerchi, in una continua lotta interiore, di mettere radici… e poi un giorno ci riesci ed allora smetti di sentirti emigrante ed inizia una nuova vita.
Negli anni ti affanni, gioisci, piangi, ridi, cresci, cedi, scopri, ricordi… un alternarsi ininterrotto di emozioni con una sola certezza… ogni due mesi (per chi è fortunato come me)… di tornare a casa!!!
Vi sembra una cosa semplice??? Ed invece…
Vivo una vita parallela sui treni, sul mio profilo c’è anche una foto di un vagone ICN con una descrizione “la mia 4a casa”. Sì, perché sono questo per me gli ICN Milano-Bari delle 23. Dentro un treno c’è un mondo intero fatto di facce, storie, esperienze, tragedie, umiltà, sacrifici, lotte ed ancora speranze e sogni.
Lo leggi chiaramente nei volti degli immigrati che scendono dal Nord Europa e viaggiano per 24h senza sosta con pacchi di regali per tutti; lo leggi negli occhi degli stranieri che, dopo anni, sperano di rivedere un fratello e rimangono lì seduti immobili, sulle loro enormi valigie avvolte da coperte, con una dignità impressionante; lo leggi nelle mani degli operai che da trent'anni percorrono tutta l’Italia ogni quindici giorni, perché non hanno voluto far vivere le loro donne e figli soli in città grige; lo leggi nei desktop dei consulenti ai quali le aziende non pagano più le trasferte per intero; lo leggi nei sorrisi degli studenti che hanno passato l’ultimo esame e tornano a farsi coccolare prima della sferzata finale per la tesi; lo leggi nei discorsi di chi spera un giorno di tornare a casa e non ripartire più “perché al Nord continuano a fare i soldi sulle nostre spalle mentre io voglio lavorare per la mia Terra”; lo leggi nei pianti dei bimbi esausti dopo ore passate su di un sedile…
Perché voi non potete sapere cosa vuol dire un viaggio in treno oggi nel 2011 in Italia, voi non potete comprendere quel continuo oscillare che non dà tregua, voi non potete immaginare la combinazione di odori tra ferro, olio, tappezzeria, piscio, vecchiume, plastica che ti accoglie e ti fa solo desiderare di arrivare a destinazione il prima possibile, voi non sapete cosa vuol dire avere la gola arsa e non poter bere per non correre il rischio che ti venga da fare la pipì, voi non potete avvertire quella sensazione di fastidio che penetra i vestiti, ti si attacca alla pelle e ti fa desiderare una doccia prima ancora di baciare tua madre e tuo padre che ti aspettano a braccia aperte sulla banchina con i capelli sempre più bianchi… voi non potete capire cosa ti fa salire sul quel treno ogni volta con il solo pensiero fisso del MARE!!!
Tutto questo sotto l’occhio attento, a volte stanco, dei cuccettisti che nelle notti a 150 kmh si prendono cura, come possono, di noi, assecondandoci, cercando di farci sentire il meno a disagio possibile, a volte prendendo insulti per questioni che non sono certo di loro responsabilità ma difendendo sempre l’Azienda che rappresentano.
Ah quante storie… potrei scrivere un libro!!!
Non amo lamentarmi, preferisco urlare quando qualcosa non va ed oggi, a distanza di ben 11anni da quel primo viaggio Bari-Milano, ho una VOGLIA DI GRIDARE pazzesca perché più andiamo avanti più le cose peggiorano in questo nostro gran bel Paese.
Invece di migliorare, come la sana natura dell’uomo vorrebbe, qui si tende a distruggere quel poco che abbiamo… sì, sarebbe da distruggere per farlo rinascere a nuova vita… invece qui si parla solo di distruzione fine a se stessa, di eliminazione, di divisione, di annullamento, di retrocessione, di fine dei sogni… perché questo accadrà se, come vogliono fare, spaccheranno l’Italia in due.
Eliminare i treni notturni vuol dire creare un danno irreparabile primi fra tutti alle 800 famiglie dei dipendenti ServiRail che questo Natale piangeranno le scelte sbagliate di top manager incapaci di gestire società del calibro di FS e Trenitalia, ma anche a tutti quei comuni cittadini che prendono il treno perché risparmiano, perché non devono prendere ulteriori permessi al lavoro (già si concedono il lusso di un venerdì o un lunedì di assenza), perché sono disabili, perché sono troppo anziani, perché non usano internet e non sanno delle offerte low-cost, perché hanno 3 figli, perché hanno paura, perché il treno ti porta in centro, perché l’aeroporto più vicino a casa loro è a 3 ore di distanza!!!
Come è possibile favorire solo le leggi di mercato fottendosene delle necessità dei “clienti”, che prima di tutto sono ONESTI CITTADINI, infischiandosene delle loro esigenze, obbligandoli a scelte molto più costose e meno pratiche, imponendo loro aumenti di prezzi ogni sei mesi e servizi al limite della decenza?
Chiediamo al Presidente della Repubblica Napolitano, al Presidente del Consiglio Monti, al Ministro dei Trasporti Passera, all’AD di Ferrovie dello Stato Moretti, all’AD di Trenitalia Soprano di rivedere la politica dei tagli ai Trasporti perché dividere l’Italia danneggerebbe sia i cittadini sia l’economia di questo Paese (ed è sempre e solo il SUD a pagare!!!)
Chiediamo al Presidente della Repubblica Napolitano, al Presidente del Consiglio Monti, al Ministro dei Trasporti Passera, di rivedere i conti delle società coinvolte, capire chi ha rubato, chi ha fatto investimenti sbagliati, chi ha solo guadagnato dalle ultime decisioni prese, chi ha permesso un così netto peggioramento dei servizi e di prendere provvedimenti.
Chiediamo al Presidente della Repubblica Napolitano, al Presidente del Consiglio Monti, al Ministro dei Trasporti Passera, tagliare se è possibile i veri sprechi che ci sono nella gestione di questo Paese e sono tanti ma non i SERVIZI al popolo che fino a prova contraria dovrebbe essere SOVRANO!
Chiedo al Presidente della Regione Puglia Vendola ed all’Assessore ai Trasporti Minervini di continuare nella lotta, di farci onore ai tavoli delle trattative, di non mollare mai perché la ns Regione ha bisogno dell’impegno di tutti perché dai trasporti dipendono un sacco di cose data la posizione strategica della ns Regione, economia, sviluppo, crescita e turismo.
Ileana Indolfi
Infiniti treni è una canzone di Renato Zero dall'album Soggetti smarriti del 1986
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