Eh, Mule!
Un bell'articolo che val la pena di diffondere:
Il coraggio di cambiare idea
Un mulo portava tutte le mattine, ormai da moltissimi anni, della legna da un’azienda agricola ad un’altra, passando sempre per lo stesso sentiero attraverso il bosco. Una notte, durante un temporale, un fulmine colpì un albero che cadendo ostruì il sentiero. Il giorno seguente, durante l’abituale tragitto, il mulo, osservando il passaggio sbarrato dall’albero rimase disorientato e poi esclamò: ”Qui non dovrebbe esserci nessun albero, ne sono assolutamente sicuro”. Continuò quindi il suo incedere, andando a sbattere la testa contro l’albero fantasticando che si sarebbe spostato, dal momento che quello non era il suo posto. Dopo un attimo di tentennamento pensò: ”Percorro questo sentiero ormai da troppi anni per essermi sbagliato, non può esserci l’albero, forse non ho dato una botta sufficientemente energica” e ritentò, senza successo, e ritentò, e ritentò…
Questa piccola storia mi ha ricordato uno dei cosiddetti diritti assertivi, quello di poter cambiare il proprio modo di pensare. Molte volte, le persone che modificano la propria idea sono giudicate incoerenti, fragili, immature, voltagabbana. Portare avanti le proprie opinioni, ad ogni costo, sembra spesso un monito di questa società. Da sempre l’uomo è alla ricerca di stabilità, certezze, e questo anche nel campo delle idee. La religione e la politica, sono ottimi esempi di perseveranza di idee, che solo davanti a prove incontrovertibili sono modificate, un esempio è rappresentato dalla grande rivoluzione copernicana. È giusto difendere le proprie convinzioni, battersi per esse, ma non avere l’elasticità adeguata per modificarle, per metterle in discussione è sinonimo di eccessiva rigidità. Nel nome delle nostre opinioni troppo spesso sostituiamo il discutere e ragionare insieme con l’eristica o controversia, finalizzata a far prevalere la propria tesi, vera o falsa che sia. Mettere in discussione credenze che sembrano assolutamente giuste, vere, inconfutabili permette alla persona saggia di aprire davanti a sé nuovi orizzonti, nuove opportunità. Intrappolati nell’era dell’omologazione, del qualunquismo, del conformismo, spesso c’illudiamo di avere idee originali, nostre e le difendiamo a spada tratta. Esistono poi delle convinzioni ormai radicate, fondamentali per il nostro equilibrio, nate nell’ambito familiare o culturale che non possiamo valutare come false. La tutela di queste idee, la smania di convincere gli altri che siamo nel giusto, ci fa dimenticare cosa è vero o sensato e ci porta a difendere l’indifendibile.
Il rischio è quello di fare la fine del nostro mulo, conservare le nostre false certezze, la nostra particolare visione del mondo, continuando a battere la testa perché “percorro questo sentiero ormai da troppi anni per essermi sbagliato, non può esserci l’albero, forse non ho dato una botta sufficientemente energica”.
Enrico Prosperi
Il coraggio di cambiare idea
Un mulo portava tutte le mattine, ormai da moltissimi anni, della legna da un’azienda agricola ad un’altra, passando sempre per lo stesso sentiero attraverso il bosco. Una notte, durante un temporale, un fulmine colpì un albero che cadendo ostruì il sentiero. Il giorno seguente, durante l’abituale tragitto, il mulo, osservando il passaggio sbarrato dall’albero rimase disorientato e poi esclamò: ”Qui non dovrebbe esserci nessun albero, ne sono assolutamente sicuro”. Continuò quindi il suo incedere, andando a sbattere la testa contro l’albero fantasticando che si sarebbe spostato, dal momento che quello non era il suo posto. Dopo un attimo di tentennamento pensò: ”Percorro questo sentiero ormai da troppi anni per essermi sbagliato, non può esserci l’albero, forse non ho dato una botta sufficientemente energica” e ritentò, senza successo, e ritentò, e ritentò…
Questa piccola storia mi ha ricordato uno dei cosiddetti diritti assertivi, quello di poter cambiare il proprio modo di pensare. Molte volte, le persone che modificano la propria idea sono giudicate incoerenti, fragili, immature, voltagabbana. Portare avanti le proprie opinioni, ad ogni costo, sembra spesso un monito di questa società. Da sempre l’uomo è alla ricerca di stabilità, certezze, e questo anche nel campo delle idee. La religione e la politica, sono ottimi esempi di perseveranza di idee, che solo davanti a prove incontrovertibili sono modificate, un esempio è rappresentato dalla grande rivoluzione copernicana. È giusto difendere le proprie convinzioni, battersi per esse, ma non avere l’elasticità adeguata per modificarle, per metterle in discussione è sinonimo di eccessiva rigidità. Nel nome delle nostre opinioni troppo spesso sostituiamo il discutere e ragionare insieme con l’eristica o controversia, finalizzata a far prevalere la propria tesi, vera o falsa che sia. Mettere in discussione credenze che sembrano assolutamente giuste, vere, inconfutabili permette alla persona saggia di aprire davanti a sé nuovi orizzonti, nuove opportunità. Intrappolati nell’era dell’omologazione, del qualunquismo, del conformismo, spesso c’illudiamo di avere idee originali, nostre e le difendiamo a spada tratta. Esistono poi delle convinzioni ormai radicate, fondamentali per il nostro equilibrio, nate nell’ambito familiare o culturale che non possiamo valutare come false. La tutela di queste idee, la smania di convincere gli altri che siamo nel giusto, ci fa dimenticare cosa è vero o sensato e ci porta a difendere l’indifendibile.
Il rischio è quello di fare la fine del nostro mulo, conservare le nostre false certezze, la nostra particolare visione del mondo, continuando a battere la testa perché “percorro questo sentiero ormai da troppi anni per essermi sbagliato, non può esserci l’albero, forse non ho dato una botta sufficientemente energica”.
Enrico Prosperi
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