Homo homini lupus?

The Conversion of the Wolf of Gubbio

The Conversion of the Wolf of Gubbio

Sì, sono stato un nonviolento (…). In fondo ognuno di noi sogna un mondo così pacificato dall'amore e dalla dolcezza dell'umiltà. Non è così? Qualcuno di voi può anche sorridere davanti all'episodio del lupo di Gubbio; ma se è stato bambino, veramente bambino, ha certamente desiderato di risolvere così i problemi, come li ho risolti io a Gubbio in quella mattina fredda per la neve caduta. Quanti sogni sono stati fatti dall'umanità dietro quel lupo braccato dalla violenza degli uomini e messo in difficoltà dalla fame. Vi devo dire fratelli che un episodio del genere l'avevo sognato anni prima quando ero ragazzo e mi avevano detto che sulle montagne dell'Appennino c'erano i lupi che scendevano affamati a minacciare i greggi. E allora non conoscevo ancora il Cristo. Mi son trovato nel sogno ad andare incontro alla bestia armato solo di carezze. E la bestia si era fermata. Ed ora che conoscevo le carezze di Gesù avrei avuto paura? Mi sarei armato di roncola? Avrei desiderato vedere il sangue, fosse anche quello di un lupo, sulle pietre di Gubbio? No fratelli, non ebbi paura.

Io non ho più paura da quando ho sperimentato che il mio Dio è anche il Dio del lupo. Ciò che è straordinario nel fatto del lupo di Gubbio non è che si sia ammansito lui, è che si siano ammansiti loro, gli abitanti di Gubbio, e che davanti al lupo che si avvicinava infreddolito ed affamato gli fossero corsi incontro non con le roncole e le accette ma con pezzi di cibo e polenta calda. (…)
Sta qui il principio della nonviolenza che io vorrei suggerirvi con tutto l'entusiasmo di cui sono capace. Se vi ho detto di non parlare troppo di povertà oggi data l'ambiguità in cui vivete e la difficoltà a spiegarvi circondati come siete da culture borghesi e socialiste, vi dico invece con forza: parlate della nonviolenza, siate apostoli della nonviolenza, diventate dei nonviolenti. (…) Il discorso della nonviolenza è oggi percepito da tutti: è chiaro, semplice e potreste veramente con la sua dinamica cambiare la faccia della terra. Parlate molto oggi di diritti dell'uomo ed è giusto. Il primo diritto dell'uomo è di non essere violentato da nessuno, di essere lasciato in pace. Il discorso è di un'ampiezza biblica e dovete viverlo fino in fondo.

Intanto diciamo subito che comincia da lontano, molto lontano. La nonviolenza riguarda innanzitutto la natura i cieli, i mari, le miniere, i boschi, l'aria, l'acqua, la casa. Sono le prime cose da non violentare e purtroppo è un peccato che avete commesso largamente e non so se riuscirete a salvarvi. (…)

Ma lasciamo per un momento l'ecologia e veniamo all'uomo che sul problema della violenza è il vero responsabile e l'unica creatura che fa problema. Perché la storiella del lupo di Gubbio vi interessa? Perché l'avete raccontata con tanta dovizia di particolari? Eppure mentre vi interessa vi fa sorridere. In fondo non ci credete. Vedete nella storiella la soluzione del vostro problema che vi turba ma nello stesso tempo catalogate tra le utopie la possibilità di vedere un lupo ammansito con una carezza. Eppure ve l'ho detto. Il miracolo che si compì quella mattina a Gubbio non fu la conversione del lupo, fu la conversione degli abitanti di Gubbio che per un istante credettero possibile la lotta col lupo armati solo di cibo da donare invece di armi da insanguinare. Qui sta il segreto di tutto. Questo è addirittura il segreto nascosto in tutto il piano di Dio sull'uomo. Credere possibile l'impossibile. Sperare nelle cose contro ogni speranza. Amare ciò che non sembra amabile. La proposta di Dio all'uomo è sempre avvolta nel velo di questo mistero e sunto di questa domanda.

Puoi credere? Puoi sperare? Puoi amare? Se mi dici di sì, ti regalo l'impossibile. (…)

Il lupo di Gubbio non è una storiella per far addormentare i bimbi, è la verità più straordinaria per salvare gli uomini, specie oggi che sono sistemati tutti quanti su un immenso deposito di bombe atomiche. (…) Ora che l'uomo col suo ingegno è giunto ad avere ciò che desiderava e che con la tecnica ha tolto il limite in cui si trovava prima, è affiorata la verità, l'unica verità: il male, la violenza stanno nella paura dell'altro. Se l'uomo farà la guerra è perché ha paura di qualcuno.

Togliete la paura, ristabilite la fiducia e avete la pace.
La nonviolenza sta nella distruzione della paura.

Ecco perché vi dico ancora, io Francesco: imparate a vincere la paura come ho fatto io quella mattina andando incontro al lupo con un sorriso. Vincendo me, ho vinto lui. Domando i miei cattivi istinti, ho domato i suoi, sforzandomi di avere fiducia in lui ho trovato che lui aveva fiducia in me.

Il mio coraggio aveva stabilito la pace.

Il resto lo potete dedurre da soli. Pensate soltanto a cosa può capitare se gli immensi capitali usati a difendervi dalla paura un giorno, divenuti nonviolenti, li userete per aiutare coloro di cui avete paura. (…)

Conoscerete allora la pace. È troppo sperarlo? Chissà che qualcuno non mi ascolti!
Io, Francesco d'Assisi, gli dico: coraggio!
da Carlo Carretto - Io, Francesco - 1983


Sullo stesso tema, un bel contributo di Enzo Bianchi, che trovate qui.



Il lupo di Gubbio

di Luisa Zappa e Angelo Branduardi - L'infinitamente piccolo - 2000

Francesco a quel tempo in Gubbio viveva
e sulle vie del contado
apparve un lupo feroce
che uomini e bestie straziava
e di affrontarlo nessuno più ardiva.
Di quella gente Francesco ebbe pena,
della loro umana paura,
prese il cammino cercando
il luogo dove il lupo viveva
ed arma con sé lui non portava.
Quando alla fine il lupo trovò
quello incontro si fece, minaccioso,
Francesco lo fermò e levando la mano:
”Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino,
su questa terra portasti paura.
Fra te e questa gente io metterò pace,
il male sarà perdonato
da loro per sempre avrai cibo
e mai più nella vita avrai fame
che più del lupo fa l’Inferno paura!”.
Raccontano che così Francesco parlò
e su quella terra mise pace
e negli anni a venire del lupo
più nessuno patì.
“Tu Frate Lupo, sei ladro e assassino
ma più del lupo fa l’Inferno paura!”.

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