E il tweet non si fece carne


A me è sempre piaciuto credere a quella leggenda metropolitana del papa che in incognito si infila di pomeriggio di sabato santo in un confessionale della basilica e ritorna a fare il prete semplice.
Ma anche del papa che si mette in jeans e passeggia per strada, magari va al supermercato come nel film di Nanni Moretti.

Perciò me lo aspetterei che naviga in rete per caricarsi del dolore delle persone e commenta un post per consolare e incoraggiare, ma nascosto dietro un anonimo nickname, come un antitroll bonario.

Invece manda lettere circolari talmente generiche da valere per un milione di persone contemporaneamente, circondato da yesmen che lo applaudono soltanto perché ha cliccato.

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