Scese lenta l'ultima neve



Ispirata al libro "Non mi uccise la morte" di Toni Bruno e Luca Moretti dedicato alla vicenda di Stefano Cucchi

Scese lenta l'ultima neve Novembre - Massimiliano D'Ambrosio
Massimiliano D'Ambrosio - Novembre - 2012

Disegno di Mauro Biani
Le mani segnate dalle manette
il vino che ancora stordisce.
L'anfibio che preme, contro l'addome
la luna che in alto capisce.
La sirena rimbomba, la ruota che sgomma,
sono io legato al sedile.
Mia madre si sveglia guarda verso la porta
ma è tardi e ritorna a dormire

Due file feroci, passare veloci,
non rimanere a metà.
Chi sputa sul petto, chi fa lo sgambetto
barcolli ma esci di là.
Ed anche lì dentro, ti arriva un po' il vento,
ripensi al cortile e alle torri.
E poi guardi giù, pensi "mai più"
come ci insegnano i corvi.

Che fai domenica?

Nessuno colpisce, nessuno punisce,
nessuno ha le mani bagnate.
Ma sulla mia testa ruggisce la bestia
e sorseggia il mio sangue che cade.
Hanno madri e sorelle, hanno vinto le guerre
hanno case con l'allarme inserito
Accecare usignoli, quando restano soli
a volte gli mette appetito.

Nelle aule dell'uomo, non ho visto il perdono
ma soltanto le pietre e le fiamme.
Hanno lo sguardo vuoto e sorridono poco
i ragionieri delle condanne.
Ho sognato un giardino, ero sul motorino
e la pioggia mi passava attraverso.
Perdonami padre, perdonami madre
a guardarvi non ci riesco

Che fai domenica?
Che fai domenica?

Quando spensero i fuochi e piantarono i chiodi
scese lenta l'ultima neve.
E il mio corpo non torna, ad avere una forma
e la stanza non mi contiene.
E sulla mia carne, cresceranno montagne
alte e fiere contro il vento più freddo.
Non mi prese la morte, ma le guardie balorde
ma io non ho fretta,
e le aspetto.

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