Crocifiggi quella D

Nella mia città campeggiano diciotto manifesti dell'UAAR. Loro difendono le delicate orecchie dei non credenti dallo sgradevole suono delle campane.

Già ebbi modo di polemizzare con loro in occasione dell'iniziativa degli ateobus, ma essi insistono, perché a quanto pare hanno soldi da spendere, anche se li spendono male, perché il loro grafico, quello sì, riesce a farti perdere la fede e le altre virtù teologali.

Ci sono alcuni che dormono bene senza pigiama, tanti che non sopportano il profilattico, chi non ha mai indossato il reggiseno e chi beve il caffè amaro oppure non predilige il formaggio grattugiato sulla pasta asciutta. Nessuna di queste persone è discriminata per la propria particolarità, né si sogna di fare proselitismo.

Invece questi che hanno levato la D, ora sì che vivono bene. E ti consigliano di farlo anche tu, come smettere di fumare, che non ho più la tosse e l'affanno ed anche il sesso va molto meglio.

Levano la D e rimane l'IO.

Persone semplificate appartenenti ad un mondo mitico prefreudiano. Privilegiati il cui unico condizionamento è quella benedetta D, e se ci metti una bella croce sopra riconquisti un IO sereno e assolutamente libero.

Osservo invece che I-O è il verso dell'asinello e mi aspetto una affissione successiva nella quale ci spieghino come si può riuscire a trasformare tanti IO in un NOI. Possibilmente senza ostentare quell'aria di superiorità secondo cui chi beve il caffè con lo zucchero è un credulone beota retrivo che vive male.



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