Ci mancavano gli squadristi



La FLC Cgil non teme i blitz squadristici
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario Generale della FLC Cgil

Nella tarda mattinata di oggi si sono ripresentati presso la sede nazionale della FLC Cgil una trentina di giovani di azione studentesca, la stessa organizzazione che appena un mese fa aveva piantonato la stessa sede gridando slogan contro la CGIL e i docenti. Un'analoga incursione è stata attuata oggi anche presso la sede della FLC di Brescia. Nei giorni scorsi a Torino.

Il blitz di oggi ha visto questi giovani, organizzati da chi le intimidazioni e i blitz squadristici li fa per mestiere, avventurarsi sotto una pioggia battente armati di robuste bandiere con il simbolo di azione studentesca e volantini (gli stessi della precedente visita) gridando slogan contro la CGIL e contro i professori, definiti tutti incompetenti e da licenziare.

La FLC Cgil denuncia fermamente gli atti di aggressione che da alcuni giorni si verificano non solo contro la CGIL ma anche contro il movimento pacifico degli studenti, in lotta per il futuro della scuola e dell'università, ed è pronta a contrastare ogni ulteriore atto di squadrismo con la forza della ragione, delle idee e della passione che ci hanno sempre guidato nella nostra storia lunga cento anni.

Roma, 13 novembre 2008


Certo che Giorgia Meloni ha ben curato la formazione culturale dei suoi boys, se vanno in giro ad intimidire alle note di "Ma che ce frega, ma che c'emporta".

Me ne frego era il motto dei fascisti dai quali loro dicono di aver preso le distanze. Ma ne devono bere di acqua di Fiuggi!

Sull'inconsistente ed invisibile Ministro della Gioventù (scelta solo perché suonava simile a Fronte della Gioventù) meglio sorridere con questi video:





Commenti

Anonimo ha detto…
I boss della CGIL hanno davvero la faccia come il culo. Non conoscono proprio alcuna vergogna. Sono mesi che i teppisti fasciocomunisti occupano scuole, università, bloccano treni, impediscono lo svolgimento delle lezioni, ecc. Tutto questo la CGIL lo considera "normale" e "democratico". Quando invece un gruppo di studenti di destra occupa simbolicamente (non per MESI, ma per DIECI MINUTI) la sede di un sindacato SCHIFOSAMENTE SCHIERATO A TUTELA DEI PRIVILEGI DEI BARONI contro UNA RIFORMA CHE STA RISANANDO LA SCUOLA E L'UNIVERSITA', allora in questo caso parlano di "squadrismo". Si vergognassero, loro e i baroni che seguitano a proteggere, e si vergognassero anche quegli studenti che come pecore si aggregano alle manifetazioni anti-Gelmini, difendendo così IL LORO DIRITTO AD UN FUTURO DA DISOCCUPATI!
Pierangelo ha detto…
@anonimo:

Diglielo ai tuoi ragazzi, che si atteggiano tanto a movimentisti, che sono rappresentati al governo addirittura con la loro leader. E che è sicuramente squadrismo se il governo manda i tuoi ragazzi ad intimidire il sindacato, come pochi giorni prima ha mandato i tuoi ragazzi a picchiare gli studenti che manifestavano con le spranghe prese dal camioncino messo lì apposta.
Pierangelo ha detto…
Riporto da qui:

Micromega
"Cattivi maestri" di Angelo d'Orsi

14.11.08 - L’Onda, il fascismo e la Costituzione

No. Non parlerò della giornata odierna. Non racconterò manifestazioni, né attese, certezze, delusioni, e rinnovate speranze. I commenti abbondano e dunque, lascio ad altri il compito e il piacere.
Voglio parlare d’altro, sempre restando legato al filo rosso di questo blog centrato sulla protesta, sulla contestazione, sul rifiuto; ma anche sulle ipotesi positive: sul che fare, in definitiva. Voglio affrontare, sia pure sommariamente, un problema che comunque con l’Onda ha a che fare. Un duplice problema che mostra evidenti connessioni interne: voglio parlare del fascismo, detto semplicemente. Alberto Asor Rosa ebbe il merito, la scorsa estate, sia pure in un articolo discutibile, di dichiarare apertis verbis che il regime berlusconiano è “peggio del fascismo”; pur non condividendo l’analisi del fascismo storico compiuta dall’illustre studioso, accolsi la sua tesi di fondo, quasi con sollievo. “Il re è nudo!”: qualcuno doveva dirlo. Stavolta non ero stato io l’estremista. E volentieri mi accodavo…
Una tesi che, naturalmente, anche da parte di coloro che la sottoscrissero venne subito circostanziata, con una serie di distinguo, di precisazioni, di smussamenti di senso, di limitazioni di significato e così via. Ma perché occorre limare, smussare, ridurre? Guardiamo alle ultimissime vicende: un pacchetto di norme che chiamare razziste è davvero poco (siamo ormai ai primi posti nel mondo su questo terreno: e temo che non sia che l’inizio), che procede senza colpo ferire, ossia senza suscitare la ferma, indignata protesta dell’Opposizione, senza eccitare, se non in misura assai esigua, le nostre migliori “penne” a tuffarsi nel calamaio e a riempire fogli di analisi vigorose quanto dure, di condanna senza appello.
Guardiamo le azioni ormai quotidiane di gruppi dichiaratamente neofascisti, che agiscono se non con la protezione diretta delle “forze dell’ordine”, quanto meno in una sostanziale libertà d’azione: provocare, intimidire, minacciare, aggredire, picchiare. Che è quanto, del resto, il vecchio “picconatore” (che non vuole togliersi dalla scena in nessun modo), suggerisce di fare ai suoi amici poliziotti, quelli che, incriminati per la “macelleria messicana” di Genova luglio 2001, fecero gridare allo scandalo appunto il signor Kossiga, che giornalisti stolti e compiacenti si ostinano a chiamare “presidente”, o ridicolmente “presidente emerito”, ignorando anche il significato delle parole. Ma questo passa il convento, oggi in Italia.
Fascisti non su Marte, dunque, ma dentro le nostre città, annidati nelle caserme e nelle questure, e non solo; poliziotti fascisti che, dopo la sentenza di ieri, emessa da un Tribunale genovese sugli eventi genovesi, possono andare in giro a testa alta. Come non chiamare fascisti quei poliziotti e quei carabinieri, agenti di custodia, finanzieri che si accanirono in un turpe gioco sadico a umiliare e pestare, arrivando a veri e propri tentativi di omicidio, i ragazzi del Social Forum, ma anche le ragazze, i loro genitori, i loro nonni? Come non chiamare fascisti i loro dirigenti usciti tutti assolti dal processo genovese? Come non chiamare fascista l’irruzione nella sede CGIL a Roma da parte di un gruppo “di destra”? Come non chiamare fascista l’assalto alla sede Rai, per “dare una lezione” alla trasmissione Chi l’ha visto?, per aver osato trasmettere immagini inequivoche dell’aggressione dei ragazzini delle Scuole medie da parte di picchiatori professionisti?
Insomma, confesso di sentirmi un po’ proiettato all’indietro, in un altro movimento, quello degli anni Sessanta/Settanta, quando uno dei problemi principali del “movimento” erano appunto “i fasci”, come venivano chiamati. Oggi, una pubblicistica compiacente ne narra le gesta, dopo che grazie a Craxi e Berlusconi i loro eredi politici sono stati “sdoganati”; e come con Salò e la Resistenza ripartisce equamente torti e ragioni, tra “gli uni” e “gli altri”. Oggi, una politica ribalda e gaglioffa – Larussa! Maroni! Gianniletta! Bossi! Alfano! Calderoli! – rimuove senza tante cerimonie, come suol dirsi, il prefetto di Roma, Carlo Mosca, reo di voler rispettare la legge, e di informare le sue azioni a princìpi cristiani, in nome del confronto e non dello scontro, dell’accoglienza e non della paura e dell’odio.
Rispettare la legge! Che stoltezza! La legge, cos’è mai la legge? Impacci. Impicci. Impiastri. La legge sono loro. La legge è LUI. E dovunque il suo rullo compressore passa non crescerà nulla più. A meno che… A meno che un’Onda benefica, un’Onda ristoratrice, un’Onda anomala, coraggiosa e perseverante, creativa e propositiva, sia in grado di spazzare via quanto c’è da spazzare via: tanto, ma proprio tanto… E sull’onda di quell’Onda, noi tutti – sviluppando e tesaurizzando l’esperienza di queste settimane faticose ed esaltanti –, si possa, si voglia, ricostruire un Paese sulle sue fondamenta. Non scavandone di nuove, ma tenendo quelle che ci sono, sulle quali appunto edificare ex novo. L’Onda sia una barriera corallina contro cui si dovranno infrangere i tentativi di distruggere quelle fondamenta: perché questo, innanzi tutto, e al di là dello specifico oggetto del decreto (oggi uno, domani un altro), rimane l’obiettivo principale dei tremontini, brunettini, gelmini: i fedeli esecutori del programma “riformista” del Capo. Quelle fondamenta si chiamano Costituzione Repubblicana.

Angelo d'Orsi
Anonimo ha detto…
Invece di raccontare fesserie sul governo democraticamente eletto dagli Italiani, Alberto Asor Rosa farebbe bene a raccontarci le malefatte del suo nepotismo baronale, fra cui quella - denunciata da anni dagli studenti di Lettere ma coperta dalla Mafistratura compiacente - di far assumere come ordinario di Italianistica la sua amante-concubina, priva di qualsivoglia titolo accademico e scarsamente alfabetizzata al punto di commettere errori di grammatica persino nei programmi dell'Anno Accademico pubblicati nell'Ordine degli Studi. Ecco il genere di baroni dai quali la riforma Gelmini spera di riuscire a disinfettare l'Università!
Pierangelo ha detto…
Mi asterrei, in questo periodo, di nominare le amanti-concubine.

Ed anche non accosterei il nome della Gelmini mentre si accusa qualcun altro di essere priva di titoli e tendente allo strafalcione grammaticale.

Fortuna per te che sei anonimo, altrimenti ti saresti coperto di ridicolo, tu ed il tuo Citrosil.
Anonimo ha detto…
Sei veramente patetico: quindi per te "ma che ce frega, ma che ce 'mporta" sarebbe uno slogan fascista. Fai ridere! Sei un buffone rosso! E' solamente una canzone popolare romana niente di più. Soprattutto perchè la traduzione italiana della canzone è "ma cosa ce ne frega, cosa ce ne importa se al posto del vino hanno messo l'acqua". Vai a studiare zecca invece di dire queste stronzate. Comunque AG ha fatto bene a occupare il rettorato e la CGIL a Torino, perchè quell'università è un verminaio di baroni ( e avrei persino prove per documentarlo ), estremisti di sinistra e sindacalisti del cazzo. Perchè bisogna sempre ricordarsi che i sindacati difendono i lavoratori e siccome noi studenti non percepiamo uno stipendio non siamo lavoratori quindi quando partecipano alle manifestazioni studentesche, i sindacalisti, non stanno difendendo noi ma gli interessi dei professori.

P.S.: Comunque, ora e sempre audacia Ardita:"ME NE FREGO DELLA MORTE! PRIMA LA BEFFO E POI GHIGNO!"

BRUNO
Anonimo ha detto…
Sei proprio un buffone rosso! Quindi per te "ma che ce frega, ma che ce 'mporta" sarebbe uno slogan fascista! Fai ridere! Quella è soltanto una canzone popolare romana la cui traduzione è " cosa ce ne frega, cosa ce ne importa se al posto del vino hanno messo l'acqua"! Mamma mia, queste si che sono strofe anti-democratiche! Ma vai a studiare!
Comunque quelli di AG TORINO hanno fatto solo bene ad occupare il rettorato e la CGIL dato che quell'università è un verminaio di baroni ( e avrei le prove per documentarlo ), estremisti di sinistra e sindacalisti del cazzo.

P.S.: Comunque, ora e sempre audacia Ardita: "ME NE FREGO DELLA MORTE! PRIMA LA BEFFO E POI GHIGNO!"

BRUNO
Anonimo ha detto…
"Come non chiamare fascista l’irruzione nella sede CGIL a Roma da parte di un gruppo “di destra”? Come non chiamare fascista l’assalto alla sede Rai, per “dare una lezione” alla trasmissione Chi l’ha visto?, per aver osato trasmettere immagini inequivoche dell’aggressione dei ragazzini delle Scuole medie da parte di picchiatori professionisti?"

Guardati "COMUNISTI ALL'ATTACCO DI UN SOGNO GENERAZIONALE" su you tube e poi dimmi cosa ne pensi dei tuoi ragazzi delle scuole medie DI QUARANTANNI o delle squadracce rosse aiutate dai tuoi fantomatici "poliziotti fascisti"!!!

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