Un grande artista non è mai povero


Alla fine di un altro lungo silenzio Babette fece all'improvviso un sorrisetto, e disse:
"E come potrei tornare a Parigi, mesdames? Io non ho danaro."
"Non avete danaro?" gridarono le sorelle, come con una bocca sola. "No," disse Babette.
"Ma i diecimila franchi?" chiesero le sorelle, ansimando inorridite.
"I diecimila franchi sono stati spesi, mesdames" disse Babette.
Le sorelle si misero a sedere. Per un intero minuto non riuscirono a parlare.
"Ma diecimila franchi?" sussurrò lentamente Martina.
"Che volete, mesdames," disse Babette, con grande dignità.
«Un pranzo» per dodici al Café Anglais costerebbe diecimila franchi…
"Cara Babette," disse con dolcezza, "non dovevate dar via tutto quanto avevate per noi".
Babette avvolse le sue padrone in uno sguardo profondo, uno strano sguardo: non v'era, in fondo ad esso, pietà e forse scherno?
"Per voi?" replicò. "No. Per me."
Si alzò dal ceppo e si fermò davanti alle sorelle, ritta. "Io sono una grande artista," disse. Aspettò un momento, poi ripetè: "Sono una grande artista, mesdames."
Poi, per un pezzo, vi fu in cucina un profondo silenzio.
Allora Martina disse: "E adesso sarete povera per tutta la vita, Babette?"
"Povera?" disse Babette. Sorrise come a se stessa. "No. Non sarò mai povera. Ho detto che sono una grande artista. Un grande artista, mesdames, non è mai povero. Abbiamo qualcosa, mesdames, di cui gli altri non sanno nulla."

Karen Blixen - Capricci del destino - Il pranzo di Babette

Dal racconto il film vincitore del premio Oscar 1987. Qui e qui due frammenti.

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