Saluti romani

28 aprile 2008 festeggiamenti in Campidoglio per la vittoria di Alemanno sindaco di RomaTipo: ahoo, anvedi, limortaccitua…

La stretta di mano era considerata dai gerarchi anti igienica. Disse Trilussa:
Quanno dai la mano a uno te po' capita' de strigne
quella de no' zozzone o quella de 'n ladro o 'n delinguente.
Perciò salutamose tutti a la romana:
se vorremo ancora bene, tenendose a distanza!


50 cent euro campidoglioNella foto un ignaro Marco Aurelio innocente collabora. Cambieranno il retro della moneta da 50 cent?

Ad Ostia stamattina hanno devastato una lapide che ricordava le Fosse Ardeatine.

È il nuovo che avanza.

A me basta e avanza.


Commenti

suburbia ha detto…
Farei proprio schifo come preveggente. Avrei giurato che molti si fossero pentiti gia' all'apertura delle urne. Ora devo credere dunque che non ci sono stati sbagli e/o fraintendimenti. E' proprio cosi che vota la gente... :-(
ciao
Pierangelo ha detto…
riporto da l'Unità:

Il fascismo moderno di Alemanno
di Bruno Bongiovanni

Gianni Alemanno, in una intervista al Sunday Times riportata e commentata ieri dal Corriere della Sera e da la Stampa, ha dichiarato che il fascismo - quello storico - fu fondamentale per modernizzare l´Italia. Alemanno rifiuta inoltre di dichiararsi ora fascista. Giù però con le intenerite litanie sulle paludi prosciugate e sulle infrastrutture. C´è comunque dell'autentico in tutto ciò. Il sindaco di Roma deve tuttavia ammettere che l´altro fascismo, quello nordico, ovverosia il prezioso alleato nazionalsocialista, fu, pur con qualche nibelungico arcaismo, ben più moderno del regime italiano: non si dimentichino le autostrade, l´amministrazione, le Università.

E poi l´esercito, la marcia verso il rapido conseguimento della piena occupazione, i prodromi di un Welfare ariano e solo ariano, i campi di concentramento assai meglio funzionanti, e letali, dei Lager del duce collaborazionista. Alemanno, a ogni buon conto, ritiene evidentemente che la modernizzazione, quella piccola di Mussolini, e verosimilmente anche quella grande del Führer, sia sempre e comunque una cosa buona e giusta. Anche il Ku-Klux Klan, forse Alemanno non lo sa, si è espresso, linciando i neri, a favore della modernità. E il modernissimo businessman Henry Ford, uno dei più grandi industriali del XX secolo, ha pubblicato e diffuso più volte, negli Usa, con finalità antisemitiche, «I protocolli dei Savi dei Sion».

Fini, del resto, nel luglio 1991 dichiarò che «il Msi deve saper essere anche figlio di puttana». Nel luglio del 1991 che «siamo il Fascismo del duemila». Nel maggio 1992 che «il fascismo è idealmente vivo». Nel settembre 1992 che «Mussolini è stato il più grande statista del secolo», frase ripetuta ancora nel giugno 1994, a elezioni sdogananti già vinte insieme a Berlusconi e Bossi. Ora sostiene che si è svincolato dalla nostalgia. Forse, come ebbe a dire proprio Mussolini - una gran frase con brividi staliniani, quella del duce - avverte solo la nostalgia del futuro. Ossia il culto della modernità alemanniana. Ha ragione oggi, come aveva ragione nel 1992. È questo, quello che abbiamo davanti, il fascismo del duemila, senza i gas lanciati in Etiopia, senza camicie nere, senza uno straccio di Hitler con cui fare merenda, ma con turgori xenofobi, populismi demagogici, uno smandrappato autoritarismo nostalgico non di Roma 1922 ma forse di Genova 2001, e qualche saluto romano - un citazionismo postmoderno? - davanti al Campidoglio. Con questo non voglio dire che si devono girare le spalle alla modernità. Tutt'altro. Ma che si deve scegliere tra modernità e modernità.

Non ci siamo del resto mossi granché. Norberto Bobbio, infatti, ebbe precocemente a scrivere il 20 marzo 1994, su la Stampa, che il berlusconismo, diversissimo per carità dal fascismo storico, è gobettianamente l´autobiografia della nazione. Ossia una malattia morale e ridanciana che ci ha contagiati tutti. L´autobiografia ha soprattutto subito inglobato i post-fascisti storici (An ex-Msi), rendendoli veramente i fascisti del duemila, nuovi, moderni, senza manganello e senza doppiopetto. Siamo ancora ben dentro tutto questo. Quella "parentesi" là, per dirla con Croce, durò vent'anni più venti mesi in toto nazificati. Questa qua, decisamente più soft grazie a Dio, è già durata quattordici anni, sia pure con qualche interludio. Alla fine le due avranno la stessa lunghezza.

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